4 NOVEMBRE FESTA DELL'UNITA' NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE

“… I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.

 

Sono le parole conclusive del Bollettino della Vittoria, emanato dal gen. Armando Diaz, Comandante supremo delle Forze Armate Italiane, alle ore 12 del 4 novembre 1918. Quel giorno entrava in vigore l’armistizio tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico, firmato il giorno prima a Villa Giusti, dopo 3 giorni di serrate trattative.

La guerra, iniziata il 24 maggio 1915, aveva avuto alterne vicende e si era sviluppata quasi sempre con sanguinosi attacchi frontali tra i due eserciti, volti a sfondare le linee di difesa imperniate soprattutto su centinaia e centinaia di chilometri di trincee. Una svolta, per noi drammatica, si ebbe il 24 ottobre 1917, con lo sfondamento della linea di difesa italiana nei pressi di Caporetto, a cui seguì il dilagare delle truppe austriache nelle pianure venete. Formata rapidamente una linea di difesa lungo il fiume Piave, l’esercito italiano riuscì a resistere ai successivi attacchi austriaci, riorganizzandosi efficacemente e preparandosi alla controffensiva.

Questa iniziò alle 3 del mattino del 24 ottobre 1918 (anniversario della disfatta di Caporetto), con attacchi mirati a creare teste di ponte oltre il fiume Piave, da cui poi avanzare alla riconquista dei territori perduti l’anno prima. I primi successi ottenuti dall’esercito italiano, nel rialzare il morale delle nostre truppe, accelerarono il disfacimento dell’Impero austro-ungarico, già devastato da disordini interni e da contrasti politici e sociali. Alla notizia del contrattacco, l’imperatore austriaco Carlo I d’Austria, succeduto al prozio Francesco Giuseppe, chiese al Pontefice Benedetto XV una mediazione per la cessazione del conflitto, ma questa sua iniziativa risultò tardiva. Soldati cechi, croati, polacchi ed ungheresi avevano cominciato a gettare le armi e l’esercito austriaco crollò completamente.

L’avanzata italiana proseguì velocemente in direzione di Vittorio Veneto, di Trento e di Trieste, quest’ultima raggiunta e conquistata via mare il 3 novembre. Il giorno dopo la guerra cessò, con la vittoria dell’Italia, vittoria sancita poi dalla pace firmata a Versailles il 28 giugno 1919.

 

Per l’Italia, come anche per tutti i paesi europei coinvolti nel conflitto, il bilancio fu tragico: 600.000 morti, circa 500.000 mutilati, il disavanzo statale passato da 200 milioni sino a 23 miliardi, il costo della vita quadruplicato.

 

 

Da quel giorno lo Stato Italiano (Regio Decreto 1354 del 23 ottobre 1922) cominciò a celebrare il 4 novembre come “Anniversario della Vittoria”. In questa giornata si volle ricordare tutti coloro che nella guerra, con vivo senso del dovere, sacrificarono la propria vita per rendere più grande la Patria. Nel secondo dopoguerra, dopo che la Giornata, da festiva, era diventata feriale, fu chiamata “Giorno dell’Unità Nazionale – Giornata delle Forze Armate”. 

Il ricordo degli entusiastici giorni che conclusero la Grande Guerra non può farci dimenticare i dolorosi lutti e le terribili sofferenze che gli eventi bellici arrecarono alla popolazione italiana, cui si aggiunsero i durissimi giorni della ricostruzione. Per rendere omaggio a tutti i soldati morti e specialmente a quelli di cui non si era riuscito a individuare il nome, rimasti abbandonati sulle colline e sugli altopiani e privati di un pietoso riconoscimento da parte dei familiari, su iniziativa del Governo italiano, la signora Maria Bergamas, madre di un soldato di cui non era stata riconosciuta la salma, scelse una di quelle spoglie tra undici caduti non identificati[GR1] , provenienti da diverse zone di guerra. Trasportata da Aquileia a Roma con un convoglio ferroviario che, attraversando stazioni grandi e piccole, suscitò la commossa partecipazione di tutto un popolo, il 4 novembre 1921 fu tumulata nel Vittoriano, sul colle del Campidoglio, di fronte a piazza Venezia. È la salma del Milite Ignoto che rappresenta tutti quei combattenti morti e rimasti sconosciuti; tramite lui, tutti noi esprimiamo la nostra commossa gratitudine per i sacrifici dei soldati italiani che, con eroismo e abnegazione, consentirono alla nostra Nazione di proseguire il suo cammino di crescita tra tutti gli altri popoli.

Celebrare oggi la giornata del 4 Novembre e ricordare il Milite Ignoto ha, quindi, il significato di farci riflettere su quegli eventi che, se pur tragici, onorano il nostro passato e ci fanno sentire uniti attorno alla bandiera tricolore, che ci rappresenta tutti, senza distinzione alcuna.

 


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Prof. Giovanni Russo  Socio Simpatizzante

 

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Ho consultati i testi:

Elio D’Auria: Storia d’Italia vol. VIII – Istituto geografico De Agostini – 1978

Indro Montanelli: Storia d’Italia vol. XXXVII – BUR 1977

 

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