La Guardia di Finanza                                                                                  

Il 21 giugno di ogni anno la Guardia di Finanza ricorda, con una cerimonia solenne e molto sentita, il suo anniversario dalla fondazione (quest’anno sono 249).  Sono tutti anni di fedele attività al servizio dello Stato e delle istituzioni, attività ricca di riconoscimenti e di sacrifici, con compiti sempre adeguati alle nuove esigenze ed ai mutati scenari politico-sociali.

Come nasce la Guardia di Finanza e perché l’anniversario si festeggia il 21 giugno? Vediamo di fare un po’ di storia.

Il primo nucleo di finanzieri si può considerare nato nel 1774 quando, nel Regno di Sardegna, il 1° ottobre, il Re Vittorio Amedeo III di Savoia istituì un raggruppamento di militari, la Legione di truppe leggere, affidandone il comando a Gabriel Pictet, con il compito di vigilare sui confini e di difendere le frontiere del Regno. Se l’anniversario della fondazione è ricordato non il 1° ottobre ma il 21 giugno è perché con quest’ultima data si vuole ricordare l’inizio della Battaglia del solstizio, avvenuta nel 1918 durante la Grande Guerra. Ma con il ricordo della Prima Guerra Mondiale siamo già passati un po’ più avanti nella storia della Guardia di Finanza e dobbiamo fare un piccolo passo indietro.

A compimento dell’Unità d’Italia, con legge 616 del 13 maggio 1862 (presidente del Consiglio è Urbano Rattazzi), furono unificate tutte le milizie che, nei diversi stati e staterelli italiani, svolgevano compiti doganali e con esse fu istituito il Corpo delle Guardie doganali. Questa unificazione comportò per il Governo italiano un grosso sforzo teso a uniformare regolamenti, compiti, divise e, ovviamente, anche retribuzioni. Al neonato Corpo fu affidato il compito di vigilanza doganale e di difesa dello Stato in caso di guerra. Successivamente, con la legge 149 dell’8 aprile 1881, il nome divenne Corpo della Regia Guardia di Finanza; ad esso fu affidato l’obiettivo di combattere il contrabbando e tutte le eventuali trasgressioni alle leggi di carattere finanziario. Con questa legge i finanzieri divennero di fatto dei militari per cui, con Decreto Reale del 14 luglio 1907, sulle loro divise furono appuntate le stellette a 5 punte, simbolo dell’appartenenza ad un reparto militare. 

Alla Prima Guerra Mondiale la Guardia di Finanza fu presente con circa 12.000 suoi militari e fu impiegata, oltre che sul fronte settentrionale trentino, anche in Albania e nel controllo delle coste, effettuato con proprie unità navali poste alle dipendenze della Marina Militare. Mi sembra interessante e doveroso ricordare che il primo colpo di fucile del sanguinoso conflitto fu esploso, nella notte tra il 23 e il 24 maggio 1915, da una pattuglia composta dai finanzieri Pietro Dell'Acqua e Costantino Carta, i quali si opposero ad alcuni guastatori austriaci che intendevano demolire il ponte di Brazzano sul fiume Judrio, che allora segnava il nostro confine orientale. I finanzieri parteciparono a numerose battaglie e, in particolare, dettero un significativo contributo alla vittoriosa Battaglia del Solstizio, iniziata il 1° giugno 1918.

Al conflitto i finanzieri dettero un alto contributo di sangue: 2392 caduti, 500 mutilati e invalidi di guerra, 2600 feriti. Non si contano, poi, gli atti di eroismo, numerosi e significativi e lo testimoniano i riconoscimenti ufficiali ottenuti: 141 medaglie d’argento al Valor Militare, 261 di bronzo, 224 croci guerra al Valore e 136 promozioni per meriti di guerra.  Al VII battaglione della Guardia di Finanza fu concessa la medaglia di bronzo alla Bandiera di Guerra, con la seguente motivazione: Per il valore con cui contrattaccò il nemico soverchiante per numero e per mezzi, ostacolandone l'avanzata, e per lo slancio dimostrato in aspre giornate di battaglia”.

Un’altra medaglia di bronzo fu concessa a tutto il Corpo della Guardia di Finanza, il 3 novembre 1921, “per il generoso contributo di sangue, valore ed abnegazione dato durante la guerra, e per le virtù militari spiegate dai componenti del Corpo”. 

Bisogna proprio riconoscere che le Fiamme Gialle non si risparmiarono nel dare prova di eroismo, senso del dovere e spirito di sacrificio, tutte caratteristiche che, d’altra parte, i finanzieri hanno continuato e continuano a dimostrare sempre, in ogni momento della loro storia e sino ai nostri giorni!

Nell’intervallo tra le due guerre mondiali la Guardia di Finanza fu organizzata secondo il modello territoriale dei carabinieri ed al suo interno fu costituito un reparto di polizia tributaria investigativa, con il compito di sorvegliare tutti gli aspetti tributari nazionali.

Anche la Seconda Guerra Mondiale vide la generosa e preziosa partecipazione della Guardia di Finanza, impegnata sia in operazioni di guerra che nel contrasto al contrabbando. Significativo è l’apporto dato negli aiuti ai profughi ebrei ed ai cittadini perseguitati dai nazifascisti ed anche nell’aver aiutato la popolazione civile friulana sul confine orientale italiano, quando, proprio per questa loro generosa dedizione, numerosi finanzieri furono uccisi o gettati vivi nelle tristemente famose foibe.

Oggi la Guardia di Finanza dipende dal Ministro dell’Economia e delle Finanze ed ha numerosi compiti, fissati nel decreto legislativo 68 del 19 marzo 2001. Tra questi ricordiamo la repressione del contrabbando, la lotta all’evasione fiscale ed al riciclaggio del denaro sporco, il contrasto al traffico di sostanze stupefacenti ed altri ancora. Tutto questo fa della Guardia di Finanza una moderna forza di polizia molto importante e decisiva nella salvaguardia delle nostre istituzioni e nel perseguimento della giustizia fiscale, ruolo che tutti i finanzieri svolgono, come sempre, con riconosciuta professionalità e affidabilità, con alto senso del dovere e con spirito di sacrificio.

 

Ed ora qualche curiosità!

 

 motto delle Fiamme Gialle, “Nec recisa recedit” (Neanche spezzata retrocede), risale a Gabriele d’Annunzio, che lo riprese da una frase latina, dedicandola ad un eroico ufficiale finanziere fiumano nel 1920. Dal 14 febbraio 1933 la dedica è divenuta motto araldico ufficiale delle Fiamme Gialle.

Lo stemma delle Fiamme Gialle, concesso al Corpo nel 1949 e poi modificato nel 1988, rappresenta il monte Cimon della Pala, in provincia di Trento, con un grifone che poggia la sua zampa su un forziere e con lo sfondo della montagna e del mare.

 

Il socio Prof. Giovanni RUSSO

 

 

 

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Ho consultato:

 Rivista Fiamme Gialle n. 7 del luglio 2018

 Rivista Fiamme Gialle n. 6/7 del luglio 2019

 Wikipedia

 www.gdf.gov.it/it/chi-siamo

 www.difesa.it/

 www.treccani.it/enciclopedia/regia-guardia-di-finanza